2019 – LA STRATEGIA OBBLIGATA DEL CDA: RICORSO AL TAR , CESSAZIONE DELLA GESTIONE DEL DEPURATORE, AZIONI CONTRO LA MOROSITA’

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2019 – LA STRATEGIA OBBLIGATA DEL CDA: RICORSO AL TAR , CESSAZIONE DELLA GESTIONE DEL DEPURATORE, AZIONI CONTRO LA MOROSITA’

Da oltre un anno il cda ha maturato la convinzione che, solo con azioni radicali, sarebbe riuscito a perseguire gli obbiettivi che stanno alla base della piattaforma elettorale del 18 marzo 2017. Ricordiamo infatti che, oltre a far proprie le ragioni del ricorso presentato da Atcp nel 2012 (anche con un versamento di 5000 euro per tenere in vita il ricorso stesso, che rischiava di essere dichiarato inammissibile), il cda nel gennaio 2018 inoltrò una prima lettera al Comune manifestando la volontà di voler cessare la gestione del depuratore e degli altri cespiti in carico alla Comunità. Il cda , a maggioranza decise allora di attendere l’esito dell’udienza del TAR fissata al 24 aprile 2018. Sappiamo come è andata a finire per il comportamento che ha tenuto successivamente il Comune smentendo completamente le ragioni della sua richiesta di rinvio (cui in ogni caso,, il cda era contrario). E’ risultato chiaro a tutti quale fosse invece il vero obbiettivo del comune : a febbraio una cordata di imprenditori aveva presentato domanda di esecuzione di uno stralcio di rete fognaria ( il 1° lotto del progetto Savi) , domanda inviata per conoscenza anche alla Comunità. Solo in seguito all’assenza di risposte da parte del Comune, rispetto alle richieste degli avvocati della Comunità per avviare quelle trattative sbandierate all’udienza di aprile, si è capito che le trattative stesse non erano altro che un espediente per guadagnare tempo, così da arrivare ad approvare l’autorizzazione a due importanti proprietari di realizzare uno stralcio della fognatura
LE INIZIATIVE DEL CDA
1) Con due diffide dei nostri legali ( agosto e settembre), abbiamo annunciato al comune la decisione di cessare la gestione del depuratore a partire dal 1° ottobre 2018 , rinnovando l’invito ad acquisire definitivamente i cespiti di Costa Paradiso.
2) Da aprile ad ottobre il Comune ha riconfermato la sua posizione di chiusura rispetto alle nostre richieste, proseguendo nella sua linea e rilasciando il nulla osta ai due imprenditori per la costruzione del 1° stralcio della fognatura. Il nulla osta (atto ben diverso da una autorizzazione vera e propria) contemplava chiare condizioni da ottemperare per poter finalizzare la vera e propria concessione a costruire; fra queste c’era anche il benestare della Comunità (sic!) . In una riunione con gli avvocati della Comunità (il 30 ottobre, a Sassari), l’argomento, circa l’opportunità o meno di rilasciare il suddetto benestare, è stato ampiamente dibattuto, con la conclusione che il cda non avrebbe dovuto in nessun modo dare il suo benestare ad una strategia che aveva come finalità una operazione illegittima, contraria non solo agli obiettivi di legalità perseguiti, ma anche al di fuori dei poteri decisionali propri del cda. Per chiarire definitivamente la posizione della Comunità gli avvocati hanno suggerito di presentare un ricorso che comprendesse sia una richiesta di sospensiva del nulla osta stesso, che tutte le istanze relative alla presa in carico dei cespiti da parte del comune con il conseguente avvio delle procedure contemplate per l’inserimento di Costa Paradiso nell’ambito del servizio idrico integrato regionale e alla definizione della titolarità del soggetto competente per l’ampliamento degli impianti idrico-fognari. IL RICORSO SAREBBE STATO COSI’ IL PRIMO DOCUMENTO UFFICIALE NEL QUALE IL CDA SI DISSOCIAVA DA OGNI POSSIBILE INTERPRETAZIONE DI CONNIVENZA.
3) Nella stessa riunione sono state definite le linee per:
richiedere alla Provincia la voltura dell’autorizzazione allo scarico in capo a soggetto legittimato;
presentare alla Procura della Repubblica un esposto-denuncia con lo scopo di illustrare la cronistoria dei fatti intervenuti nella gestione di C.P. per differenziare in modo chiaro le azioni del presente cda sia rispetto al Comune che rispetto ai precedenti cda. La ratifica da parte del cda delle azioni conseguenti ai punti sopra elencati è stata oggetto di discussioni interne, nella riunione del 18 novembre scorso, nella quale si è deliberato, a maggioranza, di dare immediato seguito alle indicazioni avute dagli avvocati, e in particolare:
- Predisporre ricorso al TAR (link)
- Inviare alla provincia comunicazione di cessazione DELLA gestione DEL depuratore a partire da ottobre 2018 (link)
- OPPORSI FERMAMENTE AD OGNI BENESTARE DI CONCESSIONE A SINGOLI PRIVATI PER L’ESECUZIONE DELLA FOGNATURA
- PRESENTARE ESPOSTO ALLA PROCURA CON LA DESCRIZIONE DELLE AZIONI AVVIATE DAL CDA DALLA DATA DEL SUO INSEDIAMENTO

La decisione del Consiglio del TAR del 16 gennaio di fissare la sentenza per novembre 2019 non aiuta certo il nostro lavoro. Tuttavia la non decisione del Consiglio rappresenta di fatto un monito al Comune a non proseguire nella strada tentata, e nello stesso tempo suggerisce al cda una strategia cauta e attenta. La riunione dei due ricorsi e il conseguente rinvio a novembre per la sentenza, cioè dopo la scadenza (settembre 2019) della V.I.A. relativa al progetto Savi, rende ineluttabile la ricerca di soluzioni anche indipendenti dai procedimenti giurisdizionali in essere. Nella situazione attuale di stallo, e dopo aver percorso tutte le strade per la salvaguardia degli interessi di tutti i proprietari di CP non si può certo stare a guardare inerti.
La nostra strategia è a questo punto chiara: fondamentale è chiarire le competenze del cda nelle azioni che riguardano le singole proprietà private e non l’ amministrazione delle cose comuni. Nell’intento di giungere ad una soluzione dei problemi che rischiano di portare alla chiusura di Costa Paradiso con gravi ripercussioni sull’intero territorio del Comune e oltre, IL CDA RIBADISCE LA SUA COMPLETA DISPONIBILITA’ A VALUTARE LA SITUAZIONE IN ATTO CON I SOGGETTI COINVOLTI( COMUNE, EGAS, ABBANOA ECC.)
LE DOMANDE CHIAVE:
-perchè continuare a tenere in piedi una struttura così pesante e costosa, come la Comunità, per svolgere attività che competono ad altri, per di più con pesanti responsabilità civili e penali ?
- perché farsi carico di un continuo sforzo per assicurare le disponibilità finanziarie necessarie a far fronte a mansioni proprie ed improprie?
- in considerazione anche di una pesante morosità cronica che obbliga i partecipanti virtuosi a sopperire alle manchevolezze di altri per far quadrare i bilanci (e non solo); perché continuare a sostenere onerose spese legali per il recupero dei crediti e per sanare le prescrizioni? Non dimentichiamo che spesso sono morosi proprio i proprietari che a Costa Paradiso svolgono la loro attività economica e traggono quindi il loro profitto .
Nei prossimi giorni contiamo di intensificare la comunicazione per illustrare sul sito i vari passaggi che hanno portato a questo stato di cose, pubblicando la documentazione utile a far capire le questioni, e rispondendo alle vostre domande e proposte.

Il Consiglio di Amministrazionedella Comunità
31 gennaio 2019

1 Comment

  1. Diana Lanciotti ha detto:

    Grazie per i chiarimenti. La strada ormai è quella della legalità, della logica e dell’unità tra proprietari per affrontare, tutti insieme, un momento non facile, che però non possiamo più procrastinare o pensare di risolvere con soluzioni “creative”.
    Buon lavoro e, se vi serve, contate pure su una buona parte dei proprietari (ma dovrebbero essere tutti) che vi sostiene.

    Diana Lanciotti

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