L’acquisizione dei cespiti da parte del Comune di Trinità: la Comunità ricorre al TAR

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29 Novembre 2018
NEWS 20 dicembre 2018
20 Dicembre 2018

L’acquisizione dei cespiti da parte del Comune di Trinità: la Comunità ricorre al TAR

Nella nota informativa dello corso mese di novembre, che faceva il punto sullo stato delle trattative per la cessione al Comune di Trinità d’Agultu delle opere di urbanizzazione di Costa Paradiso e della relativa gestione agli enti preposti (link), avevamo concluso dicendo che il C.d.A. stava predisponendo ogni utile iniziativa per tutelare gli interessi di tutti i proprietari, a fronte della posizione del Comune, che, da un lato, manifestava il suo rifiuto ad assumere le opere e, nel contempo, favoriva ed autorizzava una iniziativa di carattere privatistico per la realizzazione di un lotto funzionale della fognatura.

LE AZIONI POSTE IN ATTO DAL C.d.A.
Nella riunione del C.d.A. del 18 novembre (link), sono state decise le iniziative da intraprendere. Esse riguardano:
- L’invio di una lettera alla Provincia di Sassari, con la quale il presidente del C.d.A. ha invitato il predetto ente ad adottare tutte le opportune iniziative amministrative, idonee ad imputare ogni effetto giuridico dell’autorizzazione provvisoria allo scarico - rilasciata nel dicembre 2015 in capo al presidente del C.d.A. - al soggetto che individuerà come titolare legittimo. La Comunità, infatti, non ha alcun titolo giuridico ad essere titolare di tale autorizzazione e che, per questo, deve essere sollevata da ogni connessa responsabilità di gestione.
- La presentazione alla Procura della Repubblica di Tempio di un esposto-denuncia, diretto a segnalare i comportamenti posti in essere, in particolare negli ultimi due anni, dal Comune. Tale esposto ha lo scopo precauzionale di dissociare la Comunità dai provvedimenti o da eventuali omissioni dell’Amministrazione comunale, considerato che, recentemente, gli atti del Comune in merito alla fognatura sono stati indirizzati alla Comunità, come destinatario interessato.
- La presentazione di un ricorso al TAR, avvenuta lo scorso 13 dicembre 2018, contro il Comune di Trinità d’Agultu e contro Abbanoa, per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia in via cautelare, del “Nulla Osta” del Comune – Area Tecnica, Settore Edilizia Privata – del 16 ottobre 2018, N. prot. 10829 avente ad oggetto la “realizzazione del primo stralcio funzionale delle infrastrutture fognarie del comprensorio” di Costa Paradiso. Detto provvedimento fa seguito alla richiesta di autorizzazione avanzata da alcune ditte private (Mela e Gravina) di “realizzare la fognatura ed eventuale modulo dell’impianto di depurazione, funzionale a garantire il rilascio dell’abitabilità relativa agli immobili interessati, nonché a servire i lotti liberi, in attuazione del progetto Savi, come integrato dalle prescrizioni della soc. Abbanoa S.p.a”.

LE TRATTATIVE SENZA ESITO
All'udienza del 24 aprile 2018, fissata per la discussione del merito del ricorso 1039/2012, presentato da ATCP ed altri, il Comune resistente chiedeva al presidente del TAR che fosse concesso un rinvio, in quanto sarebbero state in corso trattative tra le parti per la definizione bonaria della vertenza.
In data 26 giugno 2018, si teneva un primo incontro tra i legali ed alla presenza del Direttore generale di Egas, durante il quale veniva chiarita la procedura da seguire ai fini dell'acquisizione da parte dell'Ente di governo degli impianti idrico e fognario già esistenti e funzionanti a Costa Paradiso. In particolare, veniva chiarito che l’acquisizione delle opere da parte del Comune di Trinità d'Agultu dalla Comunità costituiva il presupposto necessario per il trasferimento delle stesse opere ad Egas da parte del Comune.
Sennonché, dopo il suddetto incontro, è subentrato il silenzio del Comune: di fatto le trattative si sono inspiegabilmente interrotte. A questo punto, dopo un anno e mezzo di tentativi andati a vuoto per risolvere in modo condiviso il problema delle opere di urbanizzazione primaria di Costa Paradiso e dei servizi ad esse correlati (link), il C.d.A. in carica, a fronte della posizione di chiusura del Comune,, è stato costretto a ricorrere agli strumenti della tutela giurisdizionale per porre fine alla situazione di palese illiceità/illegittimità, che caratterizza la gestione delle suddette opere e, in particolare, di quelle riguardanti l’impianto idrico e fognario,  Impegno che i componenti del C.d.A. avevano assunto, come loro programma, prima dell’Assemblea dei Partecipanti del 18 marzo 2017.

LE FINALITA’ DEL RICORSO
Il ricorso al TAR, di cui sopra, contiene, le seguenti istanze:
- in via istruttoria, ordinare al Comune di Trinità d’Agultu l’esibizione di tutti gli atti connessi all’adozione del Nulla osta;
- in via cautelare, ordinare al Comune la sospensione dei provvedimenti impugnati;
- nel merito, annullare il citato provvedimento di Nulla osta del 16 ottobre 2018, nonché ogni altro atto ad esso comunque presupposto, collegato o consequenziale;
- l’accertamento dell’obbligo/dovere del Comune di Trinità d’Agultu e Vignola di assumere la gestione delle opere di urbanizzazione primaria realizzate;
- la condanna del Comune ad adempiere agli obblighi a esso riferibili e, precisamente, alla gestione, al collaudo ed, eventualmente, all’ampliamento e potenziamento dell’impianto fognario, seguendo le procedure di legge, nonché di tutte le opere di urbanizzazione primaria indicate negli artt. 3 e 4, della convenzione di lottizzazione 1° agosto 1975, stipulata tra il Comune e la Comunità ricorrente.

In sostanza, il nuovo ricorso della Comunità ripropone e fa propri gli stessi motivi del ricorso n.1039/2012, (presentato da ATCP e altri), ampliandone tuttavia l’ambito della domanda ed i soggetti destinatari, come Abbanoa e gli altri enti interessati in relazione al servizio idrico integrato. Dunque, il nuovo ricorso punta ad ottenere una decisione che affronti, in una visione unitaria e complessiva, tutti i nodi critici di Costa Paradiso.

CONCLUSIONI

Da questa sintetica ricostruzione degli ultimi avvenimenti, appare evidente come l’Amministrazione comunale abbia voluto ancora reiterare un comportamento che l’ha indotta ad eludere, per anni, l’obbligo convenzionalmente e legalmente stabilito di farsi carico dell’infrastruttura fognaria e delle altre opere, del tutto indifferente rispetto alla rilevanza sociale, ambientale, economica e turistica del comprensorio. Con un semplice “Nulla Osta”, al di fuori di qualsiasi percorso di legalità, il Comune ha autorizzato alcuni soggetti privati, scelti in base ad una semplice istanza, a realizzare immediatamente e a stralcio un’opera di natura pubblicistica, segmento del servizio idrico integrato, e contestualmente li ha autorizzati addirittura a curare la gestione del relativo servizio.
Sembra opportuno far notare che il ricorso della Comunità contro il Comune (e contro Abbanoa) rappresenta un netto capovolgimento della linea d’azione, seguita dai precedenti consigli di amministrazione della Comunità, spesso subordinata alle posizioni del Comune. Linea d’azione che deriva essenzialmente dal mancato rispetto, da parte dell’ente comunale, degli obblighi di legge, specialmente in relazione alle opere fognarie e che è divenuta inevitabile alla luce dei fatti recenti .

In questo quadro, la Comunità non aveva altra scelta se non quella che le derivava dal dovere di impugnare il provvedimento del Comune e di dissociarsi dall’iniziativa al fine di assicurare la tutela degli interessi di tutti Partecipanti; in caso contrario, ne sarebbe stata complice e ne avrebbe condiviso la responsabilità.
Nella sperata ipotesi (peraltro suffragata da tutte le sentenze emesse dal TAR Sardegna negli ultimi due anni per situazioni analoghe a quelle in cui versa Costa Paradiso) che il TAR costringa finalmente il Comune ad acquisire all’ambito pubblico le opere primarie e gli impianti di Costa Paradiso e ad imboccare il percorso previsto  dalla legge 152/06  per il loro completamento e la relativa gestione, nella fase di transizione ci si troverà di fronte a difficoltà di ordine tecnico e finanziario, che saranno presumibilmente addotte dal gestore unico Abbanoa e che potrebbero allungare i tempi delle opere. Per questo motivo, questo C.d.A. esaminerà la possibilità di prospettare un coinvolgimento di tutti i  i proprietari allo scopo di accelerare questi tempi, previo accordo e benestare dello stesso gestore unico. Sarà cura del C.d.A. informare tempestivamente i proprietari dei prossimi sviluppi.

Il Consiglio di Amministrazione della Comunità

2 Comments

  1. Diana Lanciotti ha detto:

    Grazie per l’esposizione chiara ed esaustiva e per la determinazione nel cercare l’unica strada percorribile: quella della legalità, seppur impervia e piena di ostacoli. Proseguendo in questa direzione avrete al vostro fianco la stragrande maggioranza dei proprietari.
    Purtroppo sono venuti al pettine i nodi di una visione miope, propria di tutti coloro che hanno voluto sfruttare fino al punto di rottura il nostro splendido territorio, in ossequio all’ingordigia e al… tutto oggi, e del doman non v’è certezza.
    Errori imperdonabili che ora dobbiamo scontare tutti noi che non li abbiamo commessi.
    L’importante, ora, è che siamo tutti uniti per far fronte ai tentativi di riportare CP a una gestione confusa, ambigua, del “piede in mille scarpe”.
    Uno speciale augurio all’ingegner Monterosso, subentrato alla presidenza del CdA in questa fase delicata, perché possa contare su tutto il sostegno e la coesione necessari per portare a termine un compito non facile.
    Buon Natale

    Diana Lanciotti

    • Claudio Pedace ha detto:

      E’ fondamentale l’unità fra tutti i proprietari e la certezza che il C. di A. prosegue nella strada tracciata dell’accordo che aveva portato alla sua elezione : difesa della legalità e chiarezza. Abbiamo perso il prezioso apporto di Ferdinando Buffoni, che,come sapete, ha dovuto rinunciare al suo impegno in C.di A. per motivi di salute, ma la linea era stata chiaramente identificata da mesi, e sta a noi, a maggior ragione, mantenerla coerentemente.

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