Precisazioni sull’uso improprio di indirizzi mail privati

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Precisazioni sull’uso improprio di indirizzi mail privati

Pervengono all’ ufficio e a me personalmente proteste in numero insolitamente elevato, riferite all’uso improprio di indirizzi privati Il crescendo di segnalazioni è evidentemente incrementato da un atteggiamento reciprocamente ritorsivo. Quel che a me interessa è escludere che da parte degli uffici della Comunità ci sia stata non dico connivenza ma anche solo trascuratezza nel gestire tutte le cautele necessarie a garantire la privatezza dei dati, dati che i partecipanti forniscono o addirittura sono tenuti a fornire per soli scopi di ufficio. Persino le mail che partono dal sito ufficiale della Comunità sono rivolte a coloro che si sono iscritti, fatte salve alcune comunicazioni di servizio. E’ assolutamente evidente che sono stati creati dei date-base privati in parte non autorizzati al fine di creare consenso. Coinvolgere in questo le funzioni, a qualunque livello, svolte in Comunità è improprio Le accuse che pervengono riguardano (per ora !) due gruppi animati da persone i cui rappresentanti superfluamente ribadiscono di avere acquisito legittimamente i dati. La cosa coinvolge l’amministrazione solo perchè abbiamo il dovere di rassicurare i partecipanti sul fatto che, pur non potendo escludere che fraudolentemente qualcuno possa avere marginalmente approfittato di smagliature nel sistema della difesa dei dati, la cosa non ha certo carattere di sistematicità. Inviterei invece tutti a non diffondere l’ingiusta sensazione che i dati da noi custoditi non siano al sicuro. Nello scambio di accuse nel quale in questi giorni sono protagonisti i rappresentanti di due siti, essi si scambiano sospetti e i fans dell’uno e dell’altro si presentano in ufficio insinuando che i data-base sono stati costruiti o grazie alle funzioni esercitate in consiglio o grazie al regalo di qualche consigliere. Autentiche stupidaggini! Tanto che ho suggerito alle persone che hanno rapporto con il pubblico di non raccogliere sospetti ed invitare a formalizzare per iscritto proteste argomentate. Resta il fatto che come sempre chi semina vento raccoglie tempesta. Francamente non ritengo utile ascoltare o leggere le giustificazioni dell’uno o dell’altro, convinto come sono che l’ufficio abbia oggi un profondo rispetto per i dati che custodisce e naturalmente non apprezziamo il discredito che oggettivamente queste polemiche che non ci riguardano rischiano di introdurre. E speriamo che non aumentino - nonostante il sacrosanto diritto di ognuno di difendere le proprie convinzioni – gli attori di questa tenzone da informatica povera. Auguro a tutti buon lavoro!

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